Mamma Olga e la piccola Sofia in fuga dall’Ucraina accolte dalla Pubblica Assistenza di Empoli

Otto giorni rifugiate dai bombardamenti in uno scantinato, poi l’aiuto a raggiungere il confine, l’arrivo in Polonia e infine in Italia, prima ad Alfonsine poi ad Empoli. Mamma Olga e la piccola Sofia sono riuscite a fuggire dalla guerra in Ucraina e hanno trovato accoglienza presso le Pubbliche Assistenze Riunite di Empoli e Castelfiorentino. Il loro arrivo è frutto di un passa parola solidale, come sta avvenendo spesso in questi giorni, che consente ai profughi di trovare un presente migliore nelle vicine città europee.

Olga e Sofia sono state accompagnate dal viceparroco di Alfonsine in provincia di Ravenna, Stanislao Rafalko, e hanno raggiunto a Empoli la zia Oxana, che intanto aveva contattato la Pubblica Assistenza per l’accoglienza. Adesso la giovane mamma 29enne e la figlia di tre mesi saranno ospitate in un appartamento messo a disposizione dalla Pubbliche Assistenze Riunite, che hanno dichiarato l’arrivo alle autorità competenti nel rispetto delle disposizioni per l’accoglienza profughi, e che provvederanno a fornire ad entrambe tutto ciò di cui hanno bisogno.

“La bimba è rimasta per otto giorni sotto il rumore delle bombe, non riusciva neanche a piangere. Uscita dall’Ucraina ha iniziato a dormire” racconta la famiglia. E infatti la neonata è arrivata ad Empoli, avvolta in una tutina di pile, immersa in un tranquillo e profondo sonno mentre sul viso di mamma Olga, nella tristezza di una lontananza forzata, si poteva intravedere il sorriso di chi ha sorpassato la devastazione.

Partite da Kharkiv, dove hanno dovuto lasciare i parenti compreso il marito e padre impegnato al fronte, Olga e Sofia sono arrivate in treno a Leopoli. Qui hanno ricevuto ospitalità in un monastero la cui direttrice è amica del parroco Rafalko. Grazie a questa conoscenza è stato organizzato il trasferimento a Cracovia, in Polonia, dove altri amici del parroco della provincia di Ravenna hanno ospitato mamma e figlia fino all’ultimo viaggio, quello verso l’Italia. Raggiunta Alfonsine, Olga e Sofia hanno trovato appoggio a casa di una famiglia della parrocchia prima della tappa finale e dell’arrivo ad Empoli. La zia Oxana ha potuto riabbracciare la nipote e la piccolina, che adesso saranno accudite e ospitate dalle Pubbliche Assistenze di Empoli, che già aveva manifestato la propria disponibilità per l’accoglienza.

“Sono molto felice di poter fare qualcosa per questi piccoli e per le loro mamme, data anche la nostra esperienza coltivata negli anni con i bambini di Chernobyl e con il Centro Lilith” dichiara la presidente Eleonora Gallerini. Ai confini con l’Ucraina il flusso di persone in fuga dal conflitto non accenna a diminuire. Per questo Gallerini lancia un appello, in vista di altre possibili accoglienze: “Questa è una partenza. Continueremo a mobilitarci e invitiamo le famiglie che in passato hanno collaborato con noi nel progetto accoglienza bambini di Chernobyl a farsi avanti, certi che non ci faranno mancare il loro aiuto come hanno sempre fatto”.

Il viceparroco di Alfonsine Rafalko ha accolto la disponibilità delle Pubbliche Assistenze Riunite, dicendosi pronto a rinnovare l’impegno per accompagnare chi ha bisogno a Empoli. Come ha spiegato, “nella zona vicino alla frontiera la situazione comincia a diventare molto difficile” con migliaia di persone, e bambini, che vanno e vengono. “Le parrocchie e le case religiose hanno aperto le loro porte per ospitare, ma il flusso cresce e dobbiamo cercare una sistemazione”.

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